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venerdì 26 maggio 2017

VACCINI: critiche al TOTALITARISMO PD, che per qualche italiota è GIUSTO e CIVILE! Benvenuti in ItaliOTA, un paese SOTTOSOPRA!

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In riferimento al Decreto Legge Lorenzin sull’obbligatorietà dei vaccini, di cui abbiamo già pubblicato i seguenti post
riportiamo le critiche, di Sabrina Guzzanti, di Antonio Clavenna, Capo dell’Unità di Farmacoepidemiologia presso il Laboratorio per la Salute Materno Infantile dell’Istituto Mario Negri e del giornalista di “Repubblica” Guglielmo Pepe, e a chiudere alcuni imbarazzanti e agghiaccianti commenti di ITALIOTI.
Sabina Guzzanti
«Davanti ai mezzibusti che spiegano il decreto vaccini, quanti si sono straniti come me per questa improvvisa efficienza, multe salate, controlli serrati? Quanti hanno pensato: che strana questa risposta pronta dello stato, questo pugno di ferro che non si è mai visto, contro l’evasione fiscale, contro la mafia, gli abusi edilizi, la corruzione, l’inefficienza generale? Non pensate anche voi che se avessero a cuore la salute dei bambini farebbero qualcosa per la terra dei fuochi, per l’ambiente, per tutti i veleni contenuti nel cibo?»
Antonio Clavenna, Capo dell’Unità di Farmacoepidemiologia presso il Laboratorio per la Salute Materno Infantile dell’Istituto Mario Negri:
«Ci sono due aspetti del provvedimento che mi lasciano particolarmente perplesso. Il primo è il ricorso al decreto legge: è pur vero che da anni c’è stata un’elasticità (forse eccessiva) nell’interpretare i criteri di necessità e urgenza che consentono di ricorrere a questo atto, ma su temi così delicati sarebbe stato meglio affidare direttamente al parlamento il compito di legiferare. Il secondo è l’ampio numero di vaccini a cui il provvedimento si riferisce. Il decreto Lorenzin pone l’Italia a essere tra le nazioni con il maggior numero di vaccinazioni obbligatorie e la prima in Europa (dove per altro nella maggior parte dei paesi non vige l’obbligo). Non solo, ma è un deciso cambio di rotta rispetto alle scelte della politica sanitaria degli ultimi 20 anni, che indirizzavano verso un percorso di superamento dell’obbligo vaccinale. Tra i 12 obbligatori, vi sono vaccini che hanno un beneficio che riguarda prevalentemente o esclusivamente il singolo bambino. Questo significa che sono inutili o meno importanti? No. Significa, però, che impedire a un bambino che non ha effettuato questi vaccini di frequentare il nido o la scuola dell’infanzia non è motivabile con la (comprensibile) necessità di tutelare la salute dei compagni, soprattutto dei più vulnerabili. La presenza dei  vaccini contro la meningite è, invece, davvero poco comprensibile perché il meningococco ha una contagiosità poco elevata: la maggior parte dei casi di contagio avviene da portatori sani del batterio, e la prevalenza di portatori sani è maggiore tra gli adolescenti e i giovani adulti. Questo significa che per ridurre la capacità del batterio di circolare  è importante vaccinare gli adolescenti e i giovani fino a 21-22 anni, mentre le vaccinazioni effettuate nell’infanzia servono soprattutto a proteggere il singolo bambino. Anche in questo caso, la probabilità che un bambino in età prescolare non vaccinato per il meningococco rappresenti un pericolo per i suoi compagni è molto bassa. Desta particolare stupore la scelta di rendere obbligatorio il vaccino contro il meningococco B: è un vaccino introdotto in commercio da pochi anni e inserito nel calendario vaccinale solo a gennaio con il nuovo Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale. Molte nazioni europee hanno scelto di non inserirlo nei programmi di vaccinazione perché il costo economico è maggiore rispetto ai benefici prodotti (alcuni paesi lo raccomandano, ma il costo dell’acquisto è a carico delle famiglie). A oggi l’efficacia sul campo e nella pratica del vaccino contro il meningococco B necessita di essere approfondita: dai dati disponibili sembra, per esempio, che l’efficacia protettiva si riduca dopo 2 anni e che il vaccino potrebbe non essere in grado di ridurre i portatori sani. Inoltre, i casi di meningococco B si concentrano nei bambini minori di 4 anni e in particolare nel primo anno di vita. L’esclusione dalle scuole dell’infanzia dei non vaccinati contro il B ha davvero poco senso (tra l’altro, un bambino vaccinato nel primo anno di età potrebbe anche non essere più coperto dal vaccino)…
Rispetto alle misure coercitive per le vaccinazioni (di cui l’obbligo per l’iscrizione al nido è un esempio) non si tratta di avere differenti visioni sui vaccini, ma sul modo di intendere la società in cui viviamo e il ruolo che la medicina e la scienza devono avere. Si tratta di scegliere se la comunità deve essere capace di includere, coinvolgere, e di tollerare/gestire il dissenso o se la medicina e la scienza debbano avere la possibilità di decidere al posto del paziente. Decidere se i cittadini debbano essere sudditi o sovrani»… 
Da vent’anni è stato avviato un percorso per il superamento dell’obbligo vaccinale, di cui si parla nei piani nazionali dei vaccini che si sono succeduti nel tempo. Un percorso stimolato dal parere del Consiglio Superiore di Sanità, espresso nella seduta del 15 novembre 1995, che “ravvisava l’opportunità di considerare, in virtù dell’evoluzione culturale ed economica della società italiana, lo spostamento delle vaccinazioni dagli interventi impositivi a quelli della partecipazione consapevoli della comunità” (citazione tratta del PNV 1999-2000). Con il Decreto del Presidente della Repubblica del 26 gennaio 1999 è stato abolito l’obbligo delle vaccinazioni per l’iscrizione a scuola. Il piano vaccini del 2005-2007 identificava (a pagina 66) alcuni requisiti necessari per permettere alle regioni di sperimentare la sospensione dell’obbligo, misura attuata dalla regione Veneto a partire dai nati del 2008. Non si è trattato, dunque, come sostenuto da alcuni, di un’azzardata decisione di improvvidi governanti, ma di una scelta avvenuta all’interno di un percorso condiviso con il Ministero della Salute. Ecco, invece, che dopo vent’anni il superamento dell’obbligo non sembra essere più considerato un obiettivo da raggiungere (stando ai provvedimenti approvati o in discussione in alcune regioni e alle notizie riportate dai media); al contrario si prospetta un suo potenziamento, sia come allargamento ad altri vaccini che per la reintroduzione dell’obbligo scolastico. Sembra un’improvvisa inversione di marcia. Paradossalmente, chi oggi continua a sostenere la necessità di superare l’obbligo è ritenuto un eretico. E considerando la numerosità delle voci che entusiasticamente lo difendono appare incredibile che possa essere stato messo più volte nero su bianco nei piani nazionali vaccini».
E il morbillo? È una «malattia per cui non è mai stata raggiunta (né tanto meno mantenuta nel tempo) una percentuale di vaccinati maggiore del 95%. Questo significa che rimaniamo esposti al ripresentarsi di epidemie ogni 3-4 anni. Nel caso del morbillo, quindi, la situazione che stiamo affrontando in questo periodo non è direttamente collegabile al “calo vaccinale”. A rendere particolarmente complesso il ragionamento riguardante il morbillo c’è il fatto che le sole coperture elevate in età infantile non sono da sole sufficienti per eliminare la malattia».
Guglielmo Pepe, giornalista, sul suo blog su La Repubblica.
«Vaccini a valanga dunque, senza se e senza ma – scrive – ma una società democratica non impone senza aver prima tentato altre strade. Che sui vaccini sono state escluse a prescindere. Perché si è voluta fare una campagna ideologica, forzando in modo fazioso le situazioni di fatto. Perché l’oltre 93 per cento di vaccinazioni per quelle obbligatorie, non rappresenta una emergenza (perfino il premier Gentiloni lo afferma), e su questo calo, progressivo ma lento, si poteva lavorare, convincendo soprattutto i medici scettici. Perché i duemila e passa casi di morbillo, che stanno dando segnali di decrescita, non sono numeri da epidemia sanitaria, come una parte della comunità scientifica sostiene. Perché i calendari vaccinali pubblici che si sovrappongono a quelli privati delle aziende, alimentano solo i dubbi. Perché i controlli della vaccino-vigilanza fanno ridere i polli. Ed è poco responsabile decidere di moltiplicare le vaccinazioni obbligatorie, senza mettere preventivamente in funzione un sistema di controlli, sugli effetti negativi, degno di questo nome (e non è un motivo valido quello di chi dice che le reazioni avverse sono pochissime: anche se fossero rare andrebbero registrate, catalogate, analizzate). Oggi nelle Asl non hanno registri telematici ad hoc, i medici non raccolgono le segnalazioni e non riportano gli effetti negativi che proseguono oltre le 36 ore di ordinanza. Perché, come sostengono le società scientifiche in un documento di due giorni fa a proposito degli incrementi di malattie da non vaccino, il problema non riguarda solo gli asili e le materne e le scuole dell’obbligo, ma anche tutto il personale scolastico e soprattutto, come nel caso del morbillo, il personale sanitario, a rischio di infezione e “veicolo” di infezione. Perché c’è una impostazione ideologico-dirigista sui vaccini che metà Europa neanche si sogna di adottare (e parlo di paesi a democrazia avanzata, e civilmente molto più avanti di noi). Portando da 4 a 12 i vaccini obbligatori facciamo i primi della classe, mentre il nostro Servizio sanitario nazionale fa acqua da parecchie parti, con tagli vistosi al Fondo sanitario come denunciano associazioni, medici, sindacati, studiosi, ricercatori. Non faccio previsioni su quanto accadrà. Però chi vince senza convincere non dimostra autorevolezza bensì prepotenza. Mascherandosi dietro la difesa della salute dei bambini alla quale tengono sicuramente tutti i genitori. Compresi i dubbiosi e i no vaxx.
Perciò chi addita queste madri, questi padri, come irresponsabili, non merita alcuna considerazione.  
Infine le multe: si tratta di un provvedimento davvero sconcertante perché chi potrà pagarle continuerà a dissentire, chi non potrà dovrà adeguarsi. Siamo dunque alla vaccinazione classista, alle punizioni in base al reddito. Se questa è la mediazione tra le posizioni Lorenzin e Fedeli, peggiore soluzione non poteva essere trovata».
Chi vuole opporsi a un obbligo aggressivo e totalitario? Molte associazioni stanno studiando azioni legali. Tra queste, il Codacons che ha annunciato l’impugnazione del decreto. Poi si stanno mobilitando con iniziative associazioni come il ComilvaAssis e altri comitati e gruppi che sono sorti in tutta Italia.
Una volta tanto che un giornalista scrive delle cose giuste, compaiono i geni italioti che sostengono che imporre in maniera VIOLENTA, multare per migliaia e migliaia di euro a vaccino all’anno e togliere i figli ai genitori sia da PAESE CIVILISSIMO.
Leggi i seguenti commenti
Eugenio repubblicarepubblica gianfranco
Diciamo a Eugenio e Gianfranco: se a seguito del vaccino morisse suo figlio, suo nipote, il figlio di un amico o di qualunque altra persona a voi cara, cosa pensereste? Sarebbe stato giusto correre il rischio? La morte di un bambino non vale nulla per voi?
Noi siamo dell’idea che se ci fosse anche un caso su un milione/miliardo, di morte o di danneggiamento permanente, non bisognerebbe farli.
Evidente che voi, oltre a non avere un briciolo di intelligenza, di umanità, NON AVETE ALCUN RISPETTO PER LA VITA! Fintanto capita agli altri chi se ne SBATTE, no? 
repubblica mariolina
Mariolina parla di pratiche GRATUITE. Forse non sa, o non si rende conto a causa della sua limitatezza intellettiva, che nel nostro paese non c’è proprio un bel niente di gratuito perché LO PAGHIAMO CON LE TASSE. Le TASSE, tra le più alte in europa, sono soldi che noi singoli cittadini italiani paghiamo allo Stato.
Sostiene che Lorenzin e Fedeli sono delle madri e hanno il merito di voler affrontare un tema importante? Con la violenza e minacciando di togliere i figli ai genitori? Oppure andando a cena con il presidente di Federfarma?
E i danni da vaccino ne è a conoscenza oppure sono rischi che bisogna correre come dicono gli altri due genialoidi di sopra? Siete semplicemente DISUMANI.  
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Il 26 Aprile 2014 “Il Fatto Quotidiano” pubblicò il seguente articolo sulla Glaxo Smith Kline
Due anni dopo, il 13 aprile 2016, “Il sole 24 Ore” pubblicò il seguente articolo
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Il 14 luglio del 2014, “L’Espresso” pubblicò il seguente articolo
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repubblica paola
tipico-comportamento-da-italiota
Tanti si son bevuti il cervello, ma ci sono pure tante tante MERDE in malafede.
Non ci dilunghiamo perché non ha davvero alcun senso! Dispiace solo che questi emeriti cazzoni e ignorantoni ci stanno portando dritti all’inferno!
E poi ci chiediamo perché ci siamo con la merda fino al collo…
Siamo in guerra!
Rileggiti i due articoli linkati all’inizio per avere un quadro più completo!
politici-popolo
https://disquisendo.wordpress.com/2017/05/24/vaccini-critiche-al-totalitarismo-pd/

1 commento:

  1. FIRMA CONTRO OBBLIGATORIETA’ DI 12 VACCINI - PREVISTA DAL DL 2679 (19.5.2017)

    https://www.change.org/p/alla-corte-costituzionale-italiana-firma-contro-obbligatorieta-dei-vaccini-prevista-dal-disegno-di-legge-2679-del-pd?recruiter=38282632&utm_source=share_petition&utm_medium=facebook&utm_campaign=share_for_starters_page&utm_term=des-md-google-no_msg
    Il 7 Ottobre 2014, per la prima volta, un capo di governo (Matteo Renzi) incontra le lobby del farmaco per una strategia comune: "è la prima volta che un primo ministro incontra un gruppo di Ceo mondiali dello stesso settore. L’obiettivo dell’incontro è stato fare il punto sull’impegno dell’esecutivo in un settore strategico come quello farmaceutico e sull’attrazione di investimenti in Italia"

    http://www.ilvelino.it/.../bac16c57-ccfa-49e7-919c.../

    Aprile 2016: “GlaxoSmithKline (Gsk), la multinazionale britannica del pharma, raddoppia e decide di scommettere ancora un miliardo in Italia nei prossimi quattro anni. Un investimento sostanzioso e forse addirittura sottostimato rispetto ai programmi mondiali di Gsk, che proprio dalle attività nel nostro Paese conta di incrementare il business del gruppo. A partire da quelle del polo toscano dei vaccini di Siena e di Rosia, il cuore rispettivamente della R&S e della produzione di settore, dopo il mega scambio di attività (vaccini contro oncologia) con Novartis perfezionato l'anno scorso. Non a caso proprio ai vaccini, col business strategico anti meningite, sarà riservato il 60% degli investimenti (600 mln), contro il 40% dedicato al pharma tradizionale.
    Leader mondiale nei vaccini con 3,7 miliardi di sterline di fatturato su 23,9 totali, è da questo settore (profittevole in due casi su 10 nel mondo) che la multinazionale britannica si aspetta una autentica escalation nei prossimi anni. Fino ad arrivare a 6 miliardi di sterline entro il 2020.”



    http://www.sanita24.ilsole24ore.com/.../vaccini-e-farmaci...

    Di cosa hanno parlato Matteo Renzi e i Ceo di Big Pharma nell’incontro del 2014? Cosa hanno richiesto queste multinazionali del farmaco al primo ministro italiano in cambio di questi massicci investimenti nel nostro paese? Perché investono in Italia quando il resto delle aziende fugge all’estero? Qual è stato il prezzo da pagare? E’ solo un caso che il loro businnes dichiarato siano i vaccini? Oppure c’è qualche legame con il terrorismo mediatico e psicologico di questi mesi?

    http://www.ilvelino.it/it/article/2014/10/07/se-big-pharma-bussa-al-governo/bac16c57-ccfa-49e7-919c-239b0bb443a8/

    Se Big Pharma bussa al governo

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