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sabato 19 novembre 2016

Per SkyTg24, Hillary ha perso a causa della post-verità: l’operaio incazzato dell’Indiana non esiste

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Fermi tutti: Hillary Clinton non ha perso perché impresentabile ma a causa della post-verità. Cosa sarebbe la post-verità? Un modo come un altro per dire che la gente si beve le balle dei siti complottisti e poi vota impresentabili come Donald Trump: ne sono certi a SkyTg24 e alla Repubblica, quotidiano quest’ultimo che l’altro giorno ha dedicato al tema una pippa di articolo illeggibile di tale Christian Salmon, scrittore e membro del Centre de Recherches sur les Arts et le Langage. Roba che va forte all’ora dell’aperitivo chic. La questione è semplice: l’assunto è che la gente è mediamente stupida, rozza e ignorante, quindi accetta per vero ciò che vero non è e quindi agisce di conseguenza, sbagliando. Ecco perché la Clinton ha perso, non perché se si fosse fatta vedere in un altoforno della Pennsylvania, l’avrebbero rincorsa con i badili per le politiche del governo ma perché ci sono i complottisti al potere.
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E a SkyTg24 la cosa l’hanno presa davvero seriamente, visto che giovedì pomeriggio, nel corso dell’approfondimento, non solo hanno più volte sottolineato come la post-verità abbia avvelenato le presidenziali Usa, danneggiando Hillary Clinton ma anche mandando in onda un servizio dedicato alla centrale di questa ondata di fake news, per l’esattezza Veles, cittadina macedone di 45mila abitanti dove avrebbero sede circa 150 siti di bufale in servizio permanente effettivo. Per spiegare la faccenda, a SkyTg24 hanno fatto degli esempi: uno di questi siti legava Hillary Clinton a circoli satanici e pedofili, mentre un altro spacciava come verità il fatto che Donald Trump godesse dell’appoggio di Papa Francesco. Insomma, una cittadina della Macedonia ha deciso il voto Usa attraverso delle bufale spacciate in Rete. Viene da chiedersi di cosa si facciano. Anche perché, ve lo giuro, nello sparare questo mare di cazzate, erano seri. Io capisco che digerire la vittoria di Trump sia dura per certe menti raffinate ma occorrerebbe darsi un limite anche nella discesa verso gli antri del ridicolo, tra l’altro già ampiamente visitati dalla tv di Murdoch. Più che altro, perché ci si fa del male da soli.
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Partiamo da un assunto. Io convivo senza problemi da anni con l’accusa di complottismo: me ne frego, ciò che penso è in linea di coerenza con ciò che scrivo, sia esso giusto o sbagliato. Il problema della lotta al complottismo è che a volte perdi: fino a un mese fa dire che George Soros era apertamente schierato con i Democratici e tesseva i fili della campagna anti-Trump era ritenuto roba da malati di mente, ora sono costretti – loro malgrado – a scriverlo anche sul Corriere della Sera. Perché, guarda caso, è vero. A SkyTg24, però, non si fa menzione di questo, del fatto che chi protesta lo fa per 15 dollari l’ora e spesso nemmeno abita nella città che mette a ferro e fuoco: no, il problema è la post-verità o post-truth, che fa più figo.
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Vediamo allora di contestualizzare la questione. Se la piaga delle notizie false o non del tutto vere è la priorità per capire quanto accaduto in America, chi scansa la verità come Tomba scansava i paletti dello slalom, cosa rappresenta all’interno del mondo dell’informazione? Facciamo qualche esempio. Quanti ospedali pediatrici hanno colpito e distrutto i russi ad Aleppo, stando ai resoconti di SkyTg24 o di Lucia Goracci del Tg3 (la quale racconta la Siria dalla Turchia, roba da mago Otelma)? Praticamente la seconda città siriana era un agglomerato di ospedali per bambini e questi ultimi rappresentavano almeno il 90% della popolazione: ogni giorno i cattivoni manovrati da Putin e Assad ne schiantavano uno. Immagini e prove al riguardo? Zero. Forse trattasi di pre-verità, ovvero in attesa di conferme buttiamo merda a badilate sui russi. I quali, quando chiamati in causa, hanno sempre fornito le prove di ciò che dicevano, ad esempio per quanto riguardava il bombardamento sul convoglio Onu: in un mondo di satelliti e droni che vedono anche se ti accendi una sigaretta sul Monte Bianco, vuoi non riuscire a capire chi ha centrato con un missile un camion?

Peccato che quelle prove non venissero mai e poi mai mandate in onda o presentate dai fustigatori della post-verità. E sapete perché? Perché erano media russi come RT o Sputnik a offrirle, quindi propaganda del Cremlino, quindi da evitare come la peste. Quando invece è la propaganda del Dipartimento di Stato a sparare cazzate sesquipedali, allora la si prende per oro colato, tipo le prove che la NSA e la CIA avrebbero trovato sull’hackeraggio russo contro il Comitato democratico. Ricordate? Obama, addirittura, fu così lungimirante e credibile da annunciare in anticipo un cyber-contrattacco contro obiettivi russi, dopo aver detto che aveva le prove dell’intervento del Cremlino nella campagna elettorale Usa. Le prove? Mai presentate. Il cyber-contrattacco? Come tutto ciò che viene minacciato in anticipo ed en plein air, non c’è mai stato. Ma non importa, l’equazione è sempre la stessa: Washington buona, Mosca cattiva.
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E quanti civili ha ucciso l’esercito regolare siriano stando a SkyTg24, Rai3 o Repubblica? Peccato che una volta sparata la bufala, non chiedessero scusa quando le evidenze dimostravano che i razzi partivano dai settori controllati dai ribelli moderati, quelli che stanno tanto a cuore a Obama e la Clinton. Vogliamo poi parlare dell’Ucraina, per caso? Camminano con i tacchi a spillo del politicamente corretto sui nostri zebedei tutti i giorni per il pericolo nazista rappresentato da Trump, dalla Le Pen o da Salvini e quando ci sono davvero delle brigate neo-naziste in azione a difesa di un governo golpista, non se ne accorgono? Non riconoscete le rune, pensate siano simboli identificativi della pro loco di Calolziocorte? Se per caso, poi, ti azzardi a far notare che Maidan è stata l’ennesima rivoluzione colorata sponsorizzata da Dipartimento di Stato e Soros Foundation, apriti cielo: l’accusa di complottismo si abbatte come una libecciata di fine agosto. Se si parla di Ucraina, si parla solo di aggressione russa alla Crimea: punto. Siamo oltre la pre-verità e la post-verità: siamo alla bugia conclamata. Che la gente muoia nel Donbass non importa, sono dei buzzurri che hanno preferito scegliere la Russia tramite un referendum, piuttosto che godere della straordinaria democrazia filo-Ue e filo-Usa di quel premio Nobel della pace di Poroshenko: possono morire, anche negli ospedali pediatrici. Per loro non c’è posto nei tg, tocca operare una scelta e i nosocomi di Aleppo sono più telegenici. E questa gente ha il coraggio di parlare, di fare la morale agli altri?
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Guardate queste due mappe,
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ci mostrano – a livello di risultato elettorale – l’America che ha scelto Trump e quella che ha scelto la Clinton: questa post-verità deve essere più letale di Ebola per aver fatto una strage di cervelli simile, cosa ne dite? E potrei andare avanti ore con gli esempi ma vi lascio con l’ultimo, visto che temo diverrà il meme prossimo per attaccare l’amministrazione Trump, sempre che la lascino insediare. L’addio di Obama è vissuto da lorsignori come il decesso di un congiunto di primo grado, praticamente nel tesserne le lodi hanno detto di tutto, tralasciando solo la moltiplicazione dei pani e dei pesci ma non hanno detto, nemmeno di sfuggito, questo:
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ovvero, che la legacy economica di Obama lascia – stando a dati del Treasury Department di mercoledì, non della Pravda – qualcosa come 294 miliardi debito in più dall’inizio dell’anno fiscale 2017, ovvero 46 giorni fa. Su base annua fa un bel +14%: non male, non vi pare? Il debito totale Usa oggi è a 19,9 trilioni di dollari, il 106% del Pil: questo grafico
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ci mostra quanto l’amministrazione Obama abbia pesato sulla sua crescita: ma non ditelo a SkyTg24, altrimenti scomodano la post-verità e siamo fottuti. E che dire di questo:
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Trump non era forse un mangia-messicani razzista e xenofobo? E come mai il consumer comfort tra gli ispanici è in crescita dopo la sua vittoria alle elezioni? E la rilevazione è di Bloomberg, non di Bolscevico.org.
Mentre questi due grafici
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sembrano confermare i miei timori, ovvero che l’amministrazione Trump sarà utilizzata come capro espiatorio per mitigare l’impatto emotivo della prossima crisi finanziaria in arrivo, assolvendo attraverso la formula del “populismo che destabilizza i mercati” sia l’amministrazione Obama che la Fed. Il primo ci mostra come l’inflazione core negli Usa sia al di sopra del livello di mandato del 2% da inizio anno, quindi la Yellen non ha alzato i tassi perché sa che altrimenti esplode la bolla, azionaria e obbligazionaria, non perché scarseggi l’inflazione a livello di costo della vita. E se decidesse di farlo davvero a dicembre, accelerando lo scoppio? O magari a inizio anno, subito dopo il 20 gennaio, quando Trump sarà alla Casa Bianca? Il secondo ci mostra invece come, negli ultimi 20 anni, ogni repentino rialzo dei rendimenti – come quello a cui stiamo assistendo in questi giorni – abbia sempre anticipato una crisi. Insomma, una nuova tempesta perfetta sembra in arrivo per gli Usa e per il mondo: e di chi sarà la colpa, se non del demagogo che spaventa l’economia e la finanza? Senza scordare questo,
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ovvero che nel mese di settembre il volume di Treasury bond scaricati nell’ultimo anno da Banche centrali straniere è salito a 374,7 miliardi, un terzo di trilione, dai 346,6 di agosto. Record assoluto. E chi ha scaricato di più: i cinesi, i quali ora detengono “solo” 1,157 trilioni di debito Usa, il minimo dal 2012 e i sauditi con il loro 89 miliardi, minimo dall’estate del 2014. Proprio una bella situazione hanno lasciato quei fenomeni degli Obama Boys all’amministrazione successiva, non c’è che dire. Ma se da un lato questo spiana la strada a un intervento salva-Wall Street della Fed, dall’altro ci porta a porre un interrogativo: quando avranno finito di sparare cazzate sulla post-verità, a SkyTg24 daranno mai queste notizie?
Mauro Bottarelli
fonte http://www.rischiocalcolato.it/2016/11/skytg24-hillary-perso-causa-della-post-verita-loperaio-incazzato-dellindiana-non-esiste.html

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