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domenica 24 luglio 2016

Soros al lavoro contro la Brexit.


DI NICK GRIFFIN
La popolazione della Gran Bretagna sta per diventare la prossima vittima della tattica delle “rivoluzioni colorate” usata da Washington e Bruxelles contro i governi democraticamente eletti dalla Serbia alla Siria, dall’Ucraina al Brasile.
Pochi giorni dopo la totalmente imprevista (anche da quest’autore) decisione popolare di resistere al bullismo dell’establishment e alle ondate della propaganda dei mass media per votare al Brexit, la contromossa dei globalismi sta già diventando chiara.
Innanzitutto, un duro attacco alla sterlina e ai maggiori titoli azionari per mettere pressione finanziaria e giustificare le autogratificanti profezie apocalittiche che provengono dal campo degli sconfitti che volevano rimanere.


Secondo, una pressione psicologica di massa organizzata da organizzazioni della “società civile”, come Avaaz camuffata da protesta dal basso, ma de facto fondata da Fondazioni foraggiate da George Soros. La testa d’ariete di questa propaganda è la petizione per un Secondo Referendum, che ha già superato i tre milioni di firme, nonostante decine di migliaia di firme false siano state scoperte e rimosse.
Terzo, l’uso di altri gruppi della “società civile”, tra cui SumOfUs e 38 Degrees, per promuovere banchetti di opinione pubblica “progressista” per spiegare quali e temi ed attacchi contro il Brexit saranno maggiormente efficaci. È una tecnica chiave insegnata nel corso di formazione delle “rivoluzioni colorate”, formata sulle teorie di Gene Sharp e perfezionata da John Carlane, un liberale globalista ex ufficiale dell’esercito Britannico, ora a capo del Peace Education and Training Repository.
Quarto, la mobilitazione di crocchi di manifestanti arrabbiati ed inclini alla violenza a Londra ed in altre città chiave. Nonostante molti rappresentanti dell’estrema sinistra fossero a favore del Brexit, gang con bandiere comuniste ed anarchiche infestano le strade. Dovrebbero difendere le minoranze etniche (molte di queste in effetti hanno votato per il Brexit insieme ai connazionali della classe operaia) ma sono già state coinvolte in attacchi contro riconosciuti o sospetti sostenitori del Brexit.
Quinto, le truppe della propaganda di proprietà delle elite liberali e vicine alla CIA stanno mentendo e pontificando per sfruttare su quanto sopra scritto. L’obiettivo è spaventare i votanti per il Brexit “morbidi” per cambiare parere e creare le condizioni per trasformare le Elezioni Generali in autunno in un Secondo Referendum.
Il proposito di questa guerra politica ibrida sulla maggioranza della popolazione è di far deragliare l’intero processo del Brexit e mantenere la nazione all’interno dell’UE (o per lo meno trasformare l’uscita in un casino tale dal disincentivare qualsiasi altra nazione a fare qualcosa di simile).
Ciò spiega il perché il Primo Ministro Cameron ha già infranto la promessa fatta prima del referendum, secondo la quale se avesse vinto l’uscita, si sarebbe immediatamente appellato all’Articolo 50 del Trattato di Lisbona per iniziare la procedura del Brexit. Ora è lapalissiano che le elite eurofile non hanno alcuna intenzione di permettere che un piccolo intoppo, come la volontà espressa democraticamente dalla popolazione, distrugga il processo di “un’unione ancora più stretta” o della “necessità” geopolitica di avere un' UE unita per il confronto con la Russia.
Prima del voto dello scorso giovedì, a Bruxelles si erano tentate tutte le carte disponibili, incluso l’inganno e lo sfruttamento senza pietà dell’omicidio di Jo Cox, per assicurarsi un voto per restare.
Nonostante il fallimento della campagna, una sparuta minoranza di irriducibili eurofili, attualmente guidata dal potente Tory Lord Heseltine e da membri del Parlamento “moderati” laburisti e liberaldemocratici come David Lammy e Tim Farron, non accetterà il verdetto del referendum.
Al contrario, sta tentando disperatamente di dare alle elite liberali la sicurezza in loro per sfoggiare un atto di estrema arroganza – negare al popolo britannico il diritto di vedere il loro voto concretizzarsi.
Se la caveranno? O la reazione della gente comune quando realizzerà cosa sta succedendo sarà di sdegno tale da convincere gli eurofili che, già sul fondo del baratro, forse dovrebbero smettere di scavare? Non lo so. Ma non c’è dubbio che questa sarà la loro strategia. Non aspettiamoci stabilità nel prossimo futuro.

Nick Griffin
27.06.2016
Il testo di questo articolo è liberamente utilizzabile a scopi non commerciali, citando la fonte comedonchisciotte.org e l'autore della traduzione FA RANCO

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