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lunedì 20 luglio 2015

LE SCIAMANE DI DON JUAN MATUS




LE SCIAMANE DI DON JUAN MATUS 

Brano estratto da un’Intervista di Concha Labarta ,Traducendola dallo spagnolo con Florinda Donner-Grau, Taisha Abelar e Carol Tiggs

Le risposte sono di  Carol Tiggs, Taisha Abelar e Florinda Donner-Grau.

Domanda: Insieme a Carlos Castaneda, siete state allieve di don Juan Matus e dei suoi compagni stregoni. Siete però rimaste nell’anonimato per anni, ed è solo recentemente che avete deciso di parlare di voi e del vostro apprendistato con don Juan. Perché questo lungo silenzio? E qual’è la ragione di questa svolta? 

Risposta: Prima di tutto vorremmo chiarire che ognuna di noi conobbe l’uomo che Carlos Castaneda chiama il nagual Juan Matus con un nome differente: Melchior Yaoquizque, John Michael Abelar e Mariano Aureliano. Per evitare confusioni, preferiamo chiamarlo sempre il vecchio nagual; non vecchio in termini di età ma in termini di anzianità, e soprattutto per distinguerlo dal nuovo nagual, Carlos Castaneda. 

Discutere del nostro apprendistato con il vecchio nagual non faceva assolutamente parte del compito che egli concepì per noi. Per questo siamo rimaste in completo anonimato. 

Il ritorno di Carol Tiggs nel 1985 ha segnato un totale cambiamento nei nostri obiettivi e nelle nostre aspirazioni. Tradizionalmente, sarebbe stato suo compito di guidarci attraverso qualcosa che l’uomo moderno potrebbe tradurre come spazio e tempo, ma che, per gli sciamani dell’antico Messico, significava consapevolezza. Questi concepirono un viaggio attraverso qualcosa che chiamavano mare oscuro della consapevolezza. 

Il ruolo tradizionale di Carol Tiggs era di condurci durante questo passaggio. Quando ritornò, la meta isolata del nostro viaggio privato fu trasformata in qualcosa di più ampia portata. Ecco perché abbiamo deciso di porre termine al nostro anonimato e di insegnare i passi magici degli sciamani del Messico antico. 


D: L’istruzione che avete ricevuto da don Juan era simile a quella di Carlos Castaneda? Se non lo era, quali erano le differenze? Come descrivereste don Juan e le sue compagne e compagni? 

R: L’istruzione che venne data a noi non era affatto simile a quella impartita a Carlos Castaneda per la semplice ragione che noi siamo donne. Abbiamo organi che gli uomini non hanno: le ovaie e l’utero, organi di capitale importanza. Le istruzioni del vecchio nagual per noi erano di pura azione. Riguardo alla descrizione dei compagni e delle compagne del vecchio nagual, tutto quello che possiamo dire a questo punto delle nostre vite è che erano esseri eccezionali. Parlare di loro come se fossero persone del mondo quotidiano sarebbe sciocco oramai. 

Il minimo che possiamo dire è che tutti loro, ed erano in sedici compreso il vecchio nagual, erano in una stupenda condizione di vitalità e giovinezza. Erano tutti vecchi, e tuttavia, al tempo stesso, non lo erano. Quando, per curiosità e meraviglia, chiedemmo al vecchio nagual quale fosse la ragione del loro esorbitante vigore, ci rispose che ciò che li ringiovaniva ad ogni momento che passava era il loro legame con l’infinito. 


D: Mentre molte correnti psicologiche e sociologiche moderne propugnano una riduzione delle distanze fra l’universo maschile e femminile, nei vostri libri leggiamo che ci sono evidenti differenze fra uomini e donne nel modo in cui accedono alla conoscenza. Potreste fare dei chiarimenti al riguardo? In che modo siete differenti voi come streghe donne, e le vostre esperienze, da quelle di Carlos Castaneda? 

R: La differenza fra uomini e donne nel lignaggio di stregoni del vecchio nagual è la cosa più semplice del mondo. Come ogni altra donna al mondo, abbiamo un utero. Abbiamo organi differenti rispetto agli uomini: l’utero e le ovaie, i quali, secondo gli stregoni, permettono alle donne di entrare facilmente in aree di consapevolezza estranea. Secondo gli stregoni, c’è una forza colossale nell’universo; una forza costante, perenne, che fluttua ma che non cambia. Chiamano questa forza consapevolezza omare oscuro della consapevolezza. Gli stregoni affermano che, grazie alla presenza dell’utero nel proprio corpo, le donne hanno la facilità di muovere il punto di assemblaggio in una nuova posizione. 

Vorremmo sottolineare che gli stregoni credono che il punto di assemblaggio di ogni essere umano è collocato nella medesima posizione: circa un metro dietro le scapole. Quando gli stregonivedono gli essere umani come energia, percepiscono questo punto come un conglomerato di campi di energia con la forma di una palla luminosa. 

Gli stregoni dicono che poiché gli organi sessuali maschili si trovano all’esterno del corpo, gli uomini non hanno la medesima facilità. Sarebbe quindi assurdo per gli stregoni cercare di cancellare o trascurare queste differenze energetiche. Quanto al comportamento degli stregoni maschi e femmine all’interno dell’ordine sociale, è pressoché uguale. La differenza energetica fa sì che i praticanti, uomini e donne, si comportino in maniera diversa. Nel caso degli stregoni queste differenze sono complementari. La grande facilità delle donne di spostare il punto di assemblaggio serve come base per le azioni degli uomini, che sono caratterizzate da una maggiore tenacia e da uno scopo più inflessibile. 


D: Nei vostri libri abbiamo anche letto che Florinda Donner-Grau e Taisha Abelar rappresentano ciascuna una differente categoria nel mondo dello sciamanismo. Una di voi è una sognatrice e l’altra una cacciatrice. Sono termini affascinanti ed esotici ma molti li impiegano indiscriminatamente interpretandoli a modo proprio. Qual’è il vero significato di tali classificazioni? Nel momento dell’azione cosa implica il fatto che Florinda Donner-Grau è una sognatrice e Taisha Abelar una cacciatrice? 

R: Anche in questo caso, come per la domanda precedente, la differenza è molto semplice perché è dettata dall’energia di ciascuna. 

Florinda Donner-Grau è una sognatrice perché ha una straordinaria facilità di spostare il punto di assemblaggio. Secondo gli stregoni, quando il punto di assemblaggio, che è il nostro punto di contatto con il mare oscuro della consapevolezza, si sposta, viene assemblato un nuovo conglomerato di campi di energia, un conglomerato simile a quello abituale ma abbastanza diverso da garantire la percezione di un altro mondo che non è il mondo della vita quotidiana. 

Il dono di Taisha Abelar come cacciatrice è la sua facilità di fissare il punto di assemblaggio nella nuova posizione in cui si è spostato. Senza questa facilità di fissare il punto di assemblaggio, la percezione di un altro mondo è troppo fugace; qualcosa di molto simile all’effetto prodotto da certe droghe allucinogene: una profusione di immagini senza capo né coda. Gli stregoni credono che l’effetto delle droghe allucinogene è di spostare il punto di assemblaggio, ma solo in modo caotico e temporaneamente. 


D: Nei vostri libri più recenti, Essere nel Sogno e Il Passaggio degli Stregoni, parlate di esperienze personali che sono difficili da accettare. Entrare in altri mondi, viaggiare nell’ignoto, stabilire contatti con esseri inorganici, sono tutte esperienze che sfidano la ragione. La tentazione è di non credere affatto a tali racconti, o di considerarvi esseri aldilà del bene e del male, esseri che non vengono toccati dalle malattie, dalla vecchiaia o dalla morte. Cos’è la realtà quotidiana per una strega? E come si concilia il tempo cronologico con il tempo magico? 

R: La sua domanda, signorina Labarta, è troppo astratta e inverosimile. Perdoni la nostra franchezza. Non siamo esseri intellettuali e non siamo in nessun modo capaci di prendere parte ad esercizi in cui l’intelletto si serve di parole che in realtà non hanno alcun significato. Nessuno di noi, da nessun punto di vista, è aldilà del bene e del male, delle malattie, o della vecchiaia. 

Quello che successe a noi è che fummo convinte dal vecchio nagual che ci sono due categorie di esseri umani. La grande maggioranza di noi sono esseri che gli stregoni chiamano (denigratoriamente, aggiungeremmo) “gli immortali”. L’altra categoria è la categoria degli esseri che vanno alla morte. 

Il vecchio nagual ci disse che, come esseri immortali, non prendiamo mai la morte come punto di riferimento, e di conseguenza ci concediamo l’inconcepibile lusso di vivere tutta la vita invischiati in parole, descrizioni, polemiche, accordi e disaccordi. 

L’altra categoria è la categoria degli stregoni, degli esseri che vanno alla morte, che non possono mai, in nessun caso, permettersi il lusso di fare asserzioni intellettuali. Semmai, siamo esseri privi di importanza personale. E se abbiamo qualcosa, è la nostra convinzione di essere esseri che vanno alla morte e che, un giorno, dovremo confrontarci con l’infinito. La nostra preparazione è la cosa più semplice di questo mondo: ci prepariamo ventiquattr’ore al giorno per quest’incontro con l’infinito. 

Il vecchio nagual riuscì a cancellare in noi la nostra dannata idea di immortalità e la nostra indifferenza alla vita, e ci convinse che, come esseri che vanno alla morte, possiamo allargare il ventaglio delle nostre opzioni nella vita. Gli stregoni affermano che gli esseri umani sono esseri magici, capaci di azioni e imprese stupende una volta che si siano liberati dalle ideologie che li trasformano in esseri umani normali. 

I nostri racconti sono, in realtà, descrizioni fenomenologiche di imprese percettive che sono alla portata di tutti noi, specialmente delle donne, imprese che ci sfuggono a causa della nostra abitudine all’autoriflessione. Gli stregoni affermano che la sola cosa che esiste per gli esseri umani è Me, Me, e solo Me. In tali condizioni, la sola possibilità riguarda solamente Me. E per definizione, tutto ciò che concerne Me, l’Io personale, può solo condurre a rabbia e risentimento. 


D: La presenza fisica dell’insegnante può non essere indispensabile ma, in ogni caso, è di grande aiuto. Voi siete state istruite direttamente da don Juan e dai suoi compagni per guidarvi nel mondo dello sciamanismo. Pensate veramente che quel mondo sia accessibile a chiunque, anche senza un insegnante personale? 

R: In una certa misura, l’insistenza nel voler avere un insegnante è un’aberrazione. L’idea del vecchio nagual era di aiutarci a infrangere il dominio del Me. Con le sue battute e il suo terrificante senso dell’umorismo, riuscì a farci ridere di noi. In questo senso, crediamo fermamente che il cambiamento sia possibile per chiunque, un cambiamento analogo al nostro, ad esempio, praticando la Tensegrità, senza il bisogno di un particolare e personale insegnante. 

Il vecchio nagual non aveva interesse ad insegnare la sua conoscenza. Non fu mai un maestro o un guru. Non poteva importagliene di meno. Il vecchio nagual era interessato a perpetuare il suo lignaggio. Se ci guidava personalmente, era per inculcarci tutte le premesse della stregoneria che ci avrebbero permesso di continuare il suo lignaggio. Si aspettava che un giorno sarebbe stato il nostro turno, e che avremmo fatto lo stesso. 

Circostanze aldilà della nostra volontà, o della sua, hanno cospirato per impedire la continuazione del suo lignaggio. In considerazione del fatto che non possiamo più assolvere la nostra tradizionale funzione di continuatori di un lignaggio, vogliamo rendere disponibile questa conoscenza. Dato che i praticanti della Tensegrità non sono chiamati a perpetuare alcun lignaggio sciamanico, hanno la possibilità di ottenere quello che noi abbiamo ottenuto, ma con un percorso differente. 


D: La possibilità di una forma di morte alternativa è uno dei punti che più colpiscono negli insegnamenti don Juan Matus. Secondo quanto ci avete detto, lui e il suo gruppo raggiunsero questa morte alternativa. Qual’è la vostra interpretazione della loro scomparsa, quando si trasformarono in consapevolezza? 

R: Questa potrebbe sembrare una domanda semplice, ma è molto difficile dare una risposta. Noi pratichiamo gli insegnamenti del vecchio nagual. Ci sembra che, con la sua domanda, lei stia sollecitando una giustificazione psicologica, una spiegazione equivalente alle spiegazioni della scienza moderna. 

Purtroppo non possiamo darle una spiegazione estranea a ciò che noi siamo. Il vecchio nagual e i suoi compagni morirono di una morte alternativa, cosa possibile per tutti noi se abbiamo la necessaria disciplina. 

Tutto quello che possiamo dirle è che il vecchio nagual e i suoi vivevano da professionisti, cioè erano responsabili di tutti i loro atti, anche del più piccolo, perché erano estremamente consapevoli di tutto quello che facevano.In tali condizioni, morire una morte alternativa non è un’ipotesi assurda. 


D: Vi sentite pronte ad affrontare il salto finale? Che cosa vi aspettate in quell’universo, che reputate impersonale, freddo e predatorio? 

R: Quello che aspettiamo è una battaglia senza fine e la possibilità di trovarci al cospetto dell’infinito, che sia per un secondo o per cinque miliardi di anni. 


D: Alcuni dei lettori dell’opera letteraria di Carlos Castaneda lo hanno rimproverato per la mancanza di una maggiore presenza spirituale nei suoi libri, per non aver usato la parola “amore”. Il mondo di un guerriero è veramente così freddo? Non provate emozioni umane? O forse assegnate un diverso significato a queste emozioni? 

R: Sì, diamo loro un diverso significato e non usiamo parole come “amore” o “spiritualità” perché il vecchio nagual ci convinse che si tratta di concetti vuoti. Non l’amore o la spiritualità in sé ma l’uso che si fa di queste due parole. La sua argomentazione era la seguente: se veramente ci consideriamo esseri immortali che possono permettersi il lusso di vivere fra gigantesche contraddizioni e infinito egoismo; se tutto quello che conta per noi è la gratificazione immediata, come possiamo rendere l’amore o la spiritualità qualcosa di autentico? Per il vecchio nagual questi concetti erano vuoti, senza vita, parole cui nessuno è pronto a dare seguito nei fatti. Diceva che ogni volta che affrontiamo queste contraddizioni, le risolviamo dicendo che, essendo solo degli esseri umani, siamo deboli. 

Il vecchio nagual ci diceva che, in linea di massima, a noi esseri umani non viene mai insegnato come provare amore. Ci insegnano solo a provare emozioni gratificanti, pertinenti solo e personalmente al Me. L’infinito è sublime e spietato, diceva, e non c’è spazio per concetti fallaci, non importa quanto piacevoli possano sembrarci. 


D: Sembrerebbe che la chiave per espandere le nostre capacità percettive sia la quantità di energia di cui disponiamo, e che la condizione energetica dell’uomo moderno sia davvero misera. Quale sarebbe la premessa essenziale per risparmiare energia? E’ possibile per chi deve mantenere una famiglia, lavorare tutti i giorni, e participare pienamente al mondo sociale? E riguardo alla castità come mezzo per risparmiare energia, uno di punti più controversi dei vostri libri? 

R: La castità è raccomandata, ci diceva il vecchio nagual, per la maggioranza di noi. Non per un fatto di morale, ma perché non abbiamo abbastanza energia. Ci mostrò come la maggior parte di noi sia stata concepita in condizioni di noia coniugale. Da stregone pragmatico qual’era, il vecchio nagual affermò che il concepimento è un momento di finale importanza. Disse che se una madre non riesce ad avere un orgasmo al momento del concepimento, il risultato è quello che lui chiamava una “scopata annoiata”. In tali condizioni non c’è energia. Il vecchio nagual raccomandava la castità per chi è stato concepito in questo modo. 

Un’altra cosa che raccomandava come mezzo per risparmiare energia era lo smantellamento di schemi di comportamento che conducono al caos, come la preoccupazione incessante per il corteggiamento romantico; la presentazione e la difesa della propria immagine nella vita quotidiana; l’eccesso di abitudini e, soprattutto, la tremenda enfasi sul sé. 

Se si riesce a vincere questi punti, chiunque di noi può avere l’energia necessaria ad usare il tempo, lo spazio e l’ordine sociale in modo più intelligente. 


D: I passi magici di Tensegrity, che considerate di grande importanza, sono il vostro più recente contributo per quelli interessati al mondo di don Juan Matus. Cosa può dare la Tensegrità a chi la pratica? Può essere paragonata a qualunque altra disciplina fisica oppure ha caratteristiche proprie? 

R: Quello che Tensegrity dona a chi la pratica è energia. La differenza fra Tensegrity e qualunque altro sistema di esercizi fisici è che l’intento di Tensegrity è stato dettato dagli sciamani dell’antico Messico. Questo intento è la liberazione dell’essere che va alla morte.


http://freeforumzone.leonardo.it/d/2354836/Carlos-Castaneda/discussione.aspx 

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