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lunedì 20 luglio 2015

La "Follia controllata"




La "Follia controllata" 


Il concetto dell'autore(Carlos Castaneda), si riferisce al comportamento da tenere nei confronti della gente e del mondo esteriore in generale, per non farsi rubare energia (ossia, il "potere" che un "guerriero" avrebbe accumulato). 



"FOLLIA CONTROLLATA" E': 

riuscire a SEPARARSI DAL MONDO, RESTANDO IN ESSO, continuando a viverci. 


Non serve a niente nascondersi quando tutto il mondo sa che siamo nascosti, come non serve a niente proporsi, ponersi nel mirino, se tutto il mondo se lo aspetta. Un Guerriero, per questo, non ha abitudini fisse, niente lo fa rutinario; per essere imprevedibile e non essere così una presa facile da catturare. 


Però, questo non si raggiunge così solamente pensandolo. Questo, si raggiunge quando uno, RICAPITOLANDO E CANCELLANDO LA PROPRIA STORIA PERSONALE, non solo si rende conto di quello che è e di quello che ci sta dando la caccia, senonché recupera anche l'energia necessaria per poter intraprendere da solo la manovra dell'agguato (che si basa sulla Spietatezza), che è dare uno "strattone" al punto di unione utilizzando di una certa forma il proprio comportamento. 
è la forma di trattare con la gente senza lasciarci affettare da essa, e senza impazzire nell'intento... 

le persone' ci affettano, ci tolgono potere, energia, ci schiavizzano... 

L'UNICA FORMA, l'unica maniera di evitare questo, è: non stare alla loro "portata" - 

Per riuscirci, l'unico modo è UTILIZZARE LA BUGIA, SENZA PENA, CON DISTACCO, CONVINZIONE E FERMEZZA. 
Un guerriero lo fa per difendersi, non per ingannare le persone; LO FA PER FINI TRASCENDENTI, ASTRATTI, NON PERSONALI.. - Come un cacciatore inganna la sua vittima per depistarla e non lasciarsi ammazzare, così è come va utilizzata la bugia.

http://it.wikibooks.org/wiki/Pensiero_castanedico/Fondamenta_del_Pensiero_castanediano








«Un Uomo di Conoscenza vive agendo, non pensando all’agire, né pensando a quello che penserà quando avrà terminato di agire. Un Uomo di Conoscenza sceglie un sentiero che ha un cuore e lo segue; poi si rallegra e ride. Sa, perché vede che la sua vita finirà anche troppo presto; sa che lui come tutti gli altri, non andrà da nessuna parte; sa perché vede che non c’è nulla che sia più importante di tutto il resto. Un Uomo di Conoscenza non ha onore né dignità, non ha famiglia né nome né patria, ma solo la vita da vivere, e in queste circostanze il solo legame con i suoi simili è la sua follia controllata. Così un Uomo di Conoscenza si affatica, suda, sbuffa e se lo si guarda è esattamente come un uomo normale, solo che la follia della sua vita è sotto controllo. Poiché non c’è nulla che sia più importante di qualcos’altro, un Guerriero decide le proprie azioni e le compie come se per lui avessero importanza. La sua follia controllata lo porta a dire che ciò che fa importa e lo fa agire come se importasse, pur sapendo che non è così; per questo, dopo aver agito, si ritira in pace e, che le sue azioni siano buone o cattive, più o meno efficaci, non è cosa che lo riguardi. Un Guerriero deve sapere prima di tutto che le sue azioni sono inutili e nonostante ciò deve procedere come se lo ignorasse. Questa è la follia controllata.» (Carlos Castaneda)

DON JUAN: «È possibile insistere, insistere in modo conveniente, anche se sappiamo che ciò che stiamo facendo è inutile» disse sorridendo. «Ma dobbiamo sapere prima di tutto che le nostre azioni sono inutili e tuttavia dobbiamo procedere come se lo ignorassimo. Questa è la follia controllata dello sciamano. (...) Sono felice che tu, alla fine, mi abbia chiesto della mia follia controllata dopo così tanti anni, e tuttavia non mi sarebbe importato se non me lo avessi chiesto. Ma ho scelto di essere felice, come se fosse importante il fatto che tu me l'abbia chiesto, come se fosse importante il fatto che ci tenga. Questa è la follia controllata! » 

CARLOS CASTANEDA: «Il punto è, don Juan: come puoi continuare a vivere se non c'è nulla di cui ti importi? ... Voglio veramente sapere; devi spiegarmi cosa intendi dire.»

DON JUAN: «Forse non è possibile.» rispose. «Alcune cose nella tua esistenza ti interessano perché sono fondamentali; le tue azioni sono sicuramente importanti per te, ma per me non c'è più neppure una singola cosa che sia rilevante, né i miei atti né quelli dei miei simili. Continuo a vivere, tuttavia, perché ho il mio Intento, perché l'ho temprato per tutta la vita finché è diventato chiaro e integro e ora non m'interessa che alcunché conti per me. Il mio Intento controlla la follia della mia esistenza. (...) Quando un uomo ha imparato a vedere, si trova solo al mondo, con nient'altro se non la follia. ... I tuoi atti, come quelli dei tuoi simili in generale, ti sembrano importanti perché hai imparato a pensare che lo siano. (...) Non ho detto senza valore, ho detto non importante. Per esempio, per me non c'è modo di dire che i miei atti siano più importanti dei tuoi, o che una cosa sia più necessaria di un'altra, perciò tutte le cose sono uguali ed essendo uguali non sono importanti.»

«Gli chiesi se intendesse dichiarare che ciò che aveva chiamato vedere era in effetti un "modo migliore" del mero "guardare alle cose". Rispose che gli occhi degli uomini possono svolgere entrambe le funzioni; l'una non è migliore dell'altra, ma addestrare i propri occhi solamente a guardare era, a suo parere, una rinuncia inutile e disonorevole.» (Carlos Castaneda, Una Realtà Separata, pagg. 103-105)



http://www.carloscastaneda.it/…/Ci…/2-Follia-controllata.htm

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