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martedì 5 maggio 2015

Il Barolo “Granbussia” 2001 di Aldo Conterno



Amo i vini giovani. Amo i vini vetusti quando non si limitano a “reggere”, non hanno tannini uncinati ,ossido imperante,lama iperacida. In una fase iniziale ,più o meno lunga a seconda del lignaggio, i vini mostrano il loro fascino primario,la purezza del frutto compositivo,ed esprimono il massimo dell’unicità e originalità. Soprattutto questa è la nota che mi conquista: l’essere irripetibili! Poi il vino  si scompone un po’ e sovente si ricompone fino a pervenire in qualche caso a superiori livelli  di piacevolezza dopo svariati anni (non sparo cifre perché ogni vino ha la sua parabola evolutiva !) a causa di una terziarizzazione compiuta e felice. E’ il tempo dell’aurea “età di mezzo”, quella tecnicamente più performante, quella che di un vino andrebbe sempre ricercata e preferita. Poi, superata la cresta della massima espressività, il rischio è che i  vini si assomiglino un po’ tutti. Grandi palati in degustazione cieca hanno scambiato” baroli” per” brunelli” ,sfociando  allegramente nel grottesco. La verità è che l’acido acetico,gli  “esteri” ,gli  “eteri”, sono sovente uguali per tutti. Con il “Granbussia” 2001 di Aldo Conterno , colto ai prodromi della magica “età di mezzo”, si è al riparo da simili rischi . La famiglia  Conterno di Monforte d’Alba è dedita al vino da più generazioni ed è in questa veste tra le più famose al mondo. In principio furono  Giuseppe Conterno e suo figlio Giovanni ad avviare una piccola azienda vinicola, vendendone i prodotti sia in Italia che in Argentina dove risiedevano numerosi parenti emigrati laggiù nell’Ottocento. Nel 1920 si cominciò ad imbottigliare il Barolo Riserva. Poi Giovanni generò Giacomo . Giacomo  generò Giovanni e Aldo. Dopo un lungo periodo di lavoro a fianco del fratello Giovanni, Aldo Conterno, reduce da una lunga esperienza in terra americana, decise di portare avanti il sogno di avere un’azienda vitivinicola tutta sua acquistando la cascina "Favot" in quel di Monforte d’Alba e fondando la "Poderi Aldo Conterno" nel 1969. Le strade quindi si divisero: da un lato la storica “Giacomo Conterno di Giovanni Conterno”; dall’altra la neonata azienda di Aldo. Adesso sono i loro figli a perpetuare il mito: Renato Conterno realizza il “Barolo Monfortino” e il “Barolo Cascina Francia” per conto dell’azienda primigenia; l'azienda “Poderi Aldo Conterno” è invece condotta dai tre figli di Aldo : Franco, Stefano e Giacomo che, seguendo le orme del padre , portano avanti la tradizione di famiglia. Stefano fa il vino e la punta di diamante è la Riserva Granbussia. L'azienda agricola "Poderi Aldo Conterno" si trova in località Bussia, cuore dei “cru” di Monforte. Attualmente   vinifica esclusivamente le proprie uve provenienti da circa 25 ettari di vigna. Gran parte del terreno, che si trova ad un altitudine di circa 400 m s.l.m., ha un'esposizione Sud Sud-Ovest .  I cru  principali sono i seguenti :Romirasco, Cicala e Colonnello. il Barolo Riserva "GRANBUSSIA" è prodotto assemblando le uve delle viti più vecchie delle vigne Romirasco, Cicala e Colonnello  prima di iniziare la fermentazione e nelle seguenti rispettive percentuali: 70% - 15% - 15%. Naturalmente questi valori ottimali possono variare a seconda dell'annata. Il "GRANBUSSIA" rimane almeno 8 anni in cantina prima di essere commercializzato ed è prodotto esclusivamente nelle annate migliori e in quantità limitata. E’ d’uopo fornire alcuni dati tecnici :
VITIGNO: Nebbiolo nelle varietà Michet e Lampia.
VENDEMMIA: manuale con selezione dell'uva in vigneto.
EPOCA DI RACCOLTA: metà di ottobre.
VINIFICAZIONE: in legno con macerazione delle bucce, in botti grandi di rovere di Slavonia.
TEMPI DI FERMENTAZIONE: il mosto rimane a contatto delle bucce per 60 giorni, durante i quali svolge completamente la fermentazione alcoolica.
TEMPERATURE DI FERMENTAZIONE: variabili con punte massime di 32 gradi centigradi.
AFFINAMENTO DI CANTINA: il vino nuovo una volta svinato rimane in botti grandi di rovere di Slavonia dove invecchia e si affina per 32 mesi.
Nell’alcova di sempre, il “Wine-bar” Cairoli di Foggia, i “Bevitori Ecumenici”  tornano  per l’occasione in “Alta quota” e affrontano un’annata del “Granbussia” per certi versi mitica: la 2001. Com’è andata?  E’ presto detto: ancora innervato dell’afrore enoico e della robustezza giovanile, il nettare ha espresso un grande corpo attraversato da numerosi lampi di finezza, perché i tratti  fruttuosi hanno lasciato spazio agli aromi speziati (dolci:noce moscata, vaniglia, cannella; austeri: tabacco, liquirizia). Naso franco nella sua complessità, per nulla chiuso e di difficile lettura sin dai primi minuti, si è ulteriormente aperto con il tempo rivelando profonde note di frutti rossi in confettura, cacao, cuoio e grafite. In bocca ci ha spiazzati   perché è stato da subito suadente ed elegante , con tannini che ti fanno ricordare dove siamo ma già perfettamente integrati. Il sorso è stato imponente, succoso, sciogliendosi in un frutto in confettura scuro particolarmente dolce e note mentolate molto nette. Quasi opulento, l’acidità gli è stata sempre collaterale; poi la chiusura giusta, vanigliata, tannica e ricercatamente smussata dal tratto dolce. Lunghissimo, come si confà ad un campione di alto lignaggio. Che dire: è sempre un piacere campeggiare in “Alta quota”.
Rosario Tiso



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