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lunedì 2 febbraio 2015

Les Caves de Pyrene a Foggia


Non capita tutti i giorni di degustare al wine-bar Cairoli di Foggia,nell'ambito di un medesimo evento,un lotto di 18 bottiglie importanti(con il finale a sorpresa di un Giulio Ferrari 1992).
Attorno al tavolo,fra clienti selezionati pieni di ansiosa attesa e ospiti qualificati,dieci agguerritissimi palati attendono.
Papa Martino V soleva dire:"Cinque sono i motivi per bere:l'arrivo di un amico,la bontà del vino,la sete presente e quella che verrà,e qualunque altro"
L'amico arrivato è il sommelier Tullio Moressa,dalla vasta cultura e dalla provata competenza,con una passata esperienza lavorativa presso la gastronomia Peck di Milano,considerato il miglior negozio di cibarie del mondo e un vero paradiso del gusto. Attualmente ha cambiato lavoro ed è agente de "Les Caves De Pyrene",azienda distributrice di "vini del territorio".
La bontà del vino è rappresentata dalla schiera di bottiglie che ha recato con sé e offerto alla "beva".
La sete presente e quella futura è quella che sempiternamente affligge i "Bevitori Randagi" del Cairoli,un manipolo di degustatori capitanati da Sergio,sempre pronti a misurarsi in ludica tenzone col bicchiere in mano.
Qualunque altro, fusi in ognuna di quelle bottiglie,quali dispensatrici di sogni a cui ambiscono le nostre anime ed oggetti del desiderio per il tripudio edonistico dei nostri sensi.
E' tale la qualità messa in campo, scorriamo con lo sguardo le variopinte etichette ognuna promessa di piacere e di oblio, che c'è da giurare che tutta la poesia del mondo non tarderà ad asserparsi a questo desco e a questi spiriti,a nobilitare questo selezionato consesso conviviale e a restituire anche una sola goccia di quell'infinito che gli è congeniale,in questa impari relazione col divino.
Una trascinante ed esaltante cavalcata gustativa ha inizio con campioni stappati a coppie.
Ad ogni tornata un brindisi propiziatorio.
"Chi ben beve,ben dorme
Chi ben dorme,mal no pensa
Chi mal no pensa,mal no fa
Chi mal no fa,in paradiso va..."
(proverbio veneto)
Si comincia salendo fino a 1200 metri,in vista del Monte Bianco,con viti che non hanno subito l'onta dell'innesto e l'efferato morso della "phillossera vastatrix".
Nella Valle d'Aosta più estrema,dove si conduce una viticoltura eroica e l'uva matura più con la luce che col calore,l'inossidata e intonsa livrea del "priè blanc" in un metodo classico extra-brut 2007 prodotto dalla "Cave du vin blanc de Morgex et de la Salle"e la viola fragrante e carnosa del "Caronte",petit rouge metodo classico del produttore "4000 metres vins d'altitude"folgorano per novità e semplicità di tatto.
L'acidità rende la beva fresca ,scorrevole e pronta.
La mineralità,sufficientemente sapida.
"Tarantella
si 'a vita è na rosa
pigliamm'c  l'ora
che sta pe passà
"(Tarantella,se la vita è una rosa,prendiamoci l'ora che sta passando, succedaneo dell'oraziano "carpe diem")
Al secondo giro,primo picco qualitativo per l'incontro con un'azienda straordinaria, Cascina Baricchi, produttrice dell'unico ice-wine italiano(solo Hofstatter ne produce un altro in Alto Adige).Alle prese con un binomio di "bollicine" metodo classico, il rosè "Visage de Canaille" da uve nebbiolo di Barbaresco ed un Blanc de Noir,l' "et Voilà",da uve Pinot Nero, siamo strabiliati dal Pinot Nero vinificato in bianco. Il riverbero di profumi e sapori posseduti e non ancora perduti nella memoria degli assaggi,balena nella mente con la luce e la forza di un intermittente "deja vu":sembra uno champagne di gran lignaggio.
"Che la brocca del vino,al bacio dell'amore,aggiunga il suo bacio"(Pablo Neruda)
E' il momento del Fiano annate 2005-2008 targato Ciro Picariello.Vitigno banalizzato da grottesche e muscolari interpretazioni,il Fiano trova in Picariello e nel terroir di Summonte una fortunata congiuntura astrale,generando un prodotto vero,minerale,sapido. Peccato che abbia il passo un po' lungo:il 2005 meriterebbe più attenzione ed il 2008 l'attesa,per coglierne al meglio le virtù.
Un vino che si spera continui a sfuggire le spire letali dell'omologazione.
"Il vino raggiunge la bocca e l'amore raggiunge gli occhi:questa è la sola verità che ci è dato conoscere"(W.B.Yeats)
E'  il momento topico della serata:l'accoppiata "Domaine des Berthiers" 2008 di Jean-Claude Dagueneau e il Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Riserva "Vigna delle oche" 2006 della Fattoria S.Lorenzo. Il primo è un Pouilly-Fumè di uno dei rampolli del famoso clan Dagueneau.Foglie e passata di pomodoro,salvia e rosmarino,nobili effluvi minerali,nerbo acido e freschezza da capogiro:un sauvignon in versione "fuoriclasse" ed una delle indiscusse "star" della serata. Il pur ottimo verdicchio passa in secondo piano,anche se una coltivazione biologica e l'uso di lieviti indigeni gli conferiscono una spiccata tipicità.
"Ogni sorso è un bacio alle donne assenti"(Erri De Luca)
Il Monferrato Rosso "Nino" di Iuli è uno dei vini meno espressivi della serata. Pinot Nero in purezza,paga lo scotto delle alte aspettative che puntualmente si ripongono in un vino prodotto da questo straordinario vitigno. Sicuramente elegante e profumato,denuncia una non perfetta integrità.
Tutt'altra musica il "Sacrisassi" rosso 2007,blend degli autoctoni schioppettino e refosco,del produttore friulano "Le Due Terre".Un afrore quasi selvatico promana dal bicchiere. L'apertura olfattiva è terrosa e umida. L'acidità è puntuta ma ben integrata. La bocca è fresca. Fra i vari richiami analogici la prugna si erge su tutto,condita di pepe e cannella. Grande e in parte misconosciuto vino.
"Sine vinum?Ad impossibilia nemo tenetur"(Senza vino?Nessuno è chiamato a fare cose impossibili...anonimo latino)
La sesta coppia contiene un campione pluri-blasonato:il Granato 2006 di Elisabetta Foradori.
Fine ed equilibrato,è un vino splendido con tannini vellutati ,ampi drappeggi di frutto glicerinoso ed un caleidoscopio di profumi e di sapori pressoché infinito. Al suo confronto il "Vigna Paradiso" Marche Igt di Fattoria San Lorenzo,100% Lacrima di Morro d'Alba,è ridotto a semplice comparsa.
"Andò v'c...
trov p'c
"(Dove il vino và,lì trova la pace...motto dialettale foggiano)
Il settimo giro segna un autentico passaggio a vuoto. Il Mercurey "La Plante Chassey" 2007 di Derain è un pinot nero della Borgogna e non può che rimanere schiacciato dalla straordinaria qualità dei prodotti di zone più vocate del vigneto borgognone. Basta rammentare le sensazioni generate anche da un semplice Nuits-Saint Georges per sentire la limitatezza di un Mercurey.Il Cinsault "Les Servieres" 2009 di Alain e Laure Robert è stato presto liquidato come un quasi beaujolais noveau.
"Un pasto senza vino è come un giardino senza fiori"(proverbio popolare)
Il cabernet franc di Thierry Germain "Domaine des roches neuves" 2008,prodotto in quel di Saumur nella valle della Loira,è un ottimo vino,tipico e consistente,cancellato da un'altra chicca della serata:il Barbaresco 2007 di "Cascina Roccalini".Nebbiolo didattico,rosso granato di viva luminosità,frutta in confettura...ma anche viola e rosa canina,spezie fini appena accennate,note mentolate,setosità.
"Ubi maior,minor cessat"(Di fronte a cose più importanti,le minori passano in secondo piano, anonimo latino, ovvero Venere che oscura Bacco!)
Apoteosi finale con i vini dolci. Discreto Jurancon "La Magendia de Lapeyre" 2006 ed un incredibile Moscato:Ca'  D'Gal "Vieille vignes" 2008.
Mai il Moscato d'Asti c'è sembrato così buono. Non solo dolcezza. Pure intrigantissima tessitura speziata. Pure citrica nervatura. Una vera golosità.
L'apertura del Giulio Ferrari 1992 è stato l'ennesimo colpo di teatro di Sergio Panunzio.Nasce una bonaria discussione sul primato della celeberrima "bollicina" trentina rispetto al più grande campione franciacortino:l'Annamaria Clementi.
E guardando gli astanti brandire il loro calice,ripenso ad un'altra frase del poeta Neruda che del vino aveva colto l'intima natura;
"Stellato figlio della terra,vino,morbido come un disordinato velluto,non sei mai presente in una sola coppa,sei corale e gregario"
I vini di "Les Caves De Pyrene",la professionalità di Tullio Moressa,il "savoir faire" di Sergio:i Bevitori Randagi ringraziano.

Rosario Tiso






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