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martedì 17 febbraio 2015

Le Giare



Da Massimo Lanini del ristorante “Le Giare” di Bari stravolgere la consueta e “sedicente” corretta grammatica enologica è una regola, non l’eccezione. Ogni volta che ci si approssima al “personaggio” e al suo desco è un’avventura. Cibi dai sapori impeccabili fanno da sfondo dinamico a vini dalle suggestioni uniche, sovente misconosciuti e scovati da Massimo nel suo eterno girovagare ed incespicare enoico. I vini che Massimo propone al bicchiere  in pirotecniche e arbitrarie successioni non sono i migliori, non intendono neppure gareggiare, ma hanno tutti un comune denominatore: la vocazione di scatenare la convivialità. Non c’è nulla di caricaturale e costruito in quei nettari dalle trame inconsuete. Sono piuttosto vini da bere copiosamente, agili, sapidi, vivi. Di una vitalità che subliminalmente  te la ritrovi dentro. Invano, sorso dopo sorso, l’ignaro avventore insegue riferimenti analogici noti per nomare il profluvio di sensazioni inedite che avverte montare da arcane sorgenti interiori. Non resta che l’abbandono alla gioia, al divertimento, al piacere. Addio nominalizzazioni e tecnicismi!! Quando un vino rispecchia la Natura è come un uomo che non ha eguali  ma simili, compagni di cordata. Vedere schierate diverse bottiglie a semicerchio e pronte allo stappo, impazienti di stupire e di stregare, è rivoluzionario. Perché noi non siamo liberi. Condizionamenti, pregiudizi, miti  enoici di ogni sorta ci hanno nutrito fin dalla nascita alla beva. Ma abbiamo il potere di pensare intenzionalmente e possiamo, come ha fatto Massimo, creare con la mente il cambiamento ed implementare un sorta di “rinascimento” enoico che passi attraverso mani che toccano la terra, sensi che si dispiegano liberi nelle praterie del gusto e desideri come farfalle dell’immaginazione che si posano di nettare  in nettare a suggerne gli incantevoli umori. Al ristorante “Le Giare” è possibile tutto questo perché Massimo ha cercato e trovato il suo posto nel mondo. Ecco la breve descrizione di alcuni dei vini assaggiati l’ultima volta da Massimo : Cesanese del Piglio Superiore DOCG “Civitella “2012 di Mario Macciocca, saporito, goloso e nel contempo ampio, di timbro mediterraneo, racconta la sua terra con levità e sostanza, sempre ritto nella beva mai cadente nonostante il grado alcolico non certo trascurabile; Cristiano Guttarolo ed il suo rosato,“Violet”, un rosato tutt’altro che morbido,liscio,patinato come tanti pugliesi. Piuttosto scontroso all’inizio , conquista poi per il carattere e si sente il canto della vigna avita, quel Primitivo del nonno tanto amato; Ed infine il “Belle Vignole” 2013 della “Tenuta Macchiarola” di Domenico Mangione. Un Fiano così insolito non l’avevo mai bevuto. Da sperimentare.
Rosario Tiso




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