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giovedì 22 maggio 2014

Rai: gli spot sull’Europa roba da regime totalitario.


Genova - Dalla Rai lo dicono, anzi, lo scrivono: “Informare, non influenzare”. Così si legge alla fine degli spot dedicati all’Europa che da qualche settimana passano in tv e che magari vi sarà capitato di vedere facendo zapping. Eppure sul web infuria la polemica. Le pubblicità sono finite nel mirino di blog e social network: troppo pro-europeista il messaggio che trasmettono, per giunta quando alle elezioni per rinnovare il Parlamento europeo mancano soltanto pochi giorni. «Roba da regime totalitario» azzarda qualcuno.
In realtà, la messa in onda degli spot non ha nulla a che fare con il voto del 25 maggio, ormai alle porte. L’occasione è l’avvio, il 1° luglio, del semestre di presidenza italiano dell’Ue. Un appuntamento su cui si concentra l’attesa di buona parte del mondo politico e che, si spera, possa aiutare il rilancio del nostro Paese sul panorama internazionale.
Per preparare i cittadini all’evento e stimolare il dibattito su alcune delle tematiche che saranno affrontate durante il periodo, la Rai ha così deciso di aumentare la sua copertura delle questioni europee. «La conoscenza dell’Europa e la comprensione dei suoi meccanismi di funzionamento non sono diffuse quanto auspicabile» ha detto la presidente Rai, Anna Maria Tarantola presentando l’iniziativa. «Vogliamo fornire agli italiani gli elementi conoscitivi essenziali sull’Europa e sulla gestione italiana della presidenza».
Tra i progetti, c’è il lancio di un portale specializzato, “Cantiere Europa”. E anche gli spot, tutte produzioni interne, rientrano in quest’ottica: in media un minuto e mezzo di durata l’uno, in cui si parla di che cos’è l’Europa, della pace, della democrazia, oltre che dei vari campi in cui l’adesione all’Ue ha portato un miglioramento nella vita della popolazione e aumentato le opportunità: dalla sicurezza alimentare alle tariffe telefoniche più contenute fino alla nascita dell’Erasmus.
Sul teleschermo scorrono le immagini dei volti sorridenti di migliaia di studenti universitari che hanno partecipato al programma di scambio più famoso del mondo, delle bandiere dei paesi membri issate verso il cielo, dell’Inno alla gioia eseguito dall’orchestra dei giovani europei nella sede del Parlamento di Strasburgo. E ancora: il Colosseo e la cattedrale di San Marco a Venezia, i bambini dell’ex Jugoslavia impegnati nella ricostruzione, il sacrificio di milioni di ragazzi durante le guerre che hanno funestato il XX secolo. Musica suggestiva in sottofondo e una voce narrante che a un certo punto si rivolge direttamente ai cittadini con un interrogativo del tipo: “Sarebbero possibili condizioni simili senza l’Europa?”. Belli sono belli come spot, niente da dire. Ma pure controversi.
Il primo a scagliarsi contro il progetto della Rai è stato Magdi Cristiano Allam. «E’ giusto che la Rai faccia propaganda all’Unione europea a soli due mesi dal voto?» ha scritto su Twitter il giornalista, sfavorevole alla moneta unica e candidato al Parlamento europeo per Fratelli d’Italia. Non solo. Allam ha anche annunciato di voler presentare un esposto alla magistratura e un’interpellanza al presidente della Commissione di Vigilanza Rai. «E’ inammissibile – ha spiegato - che la Rai usi il denaro pubblico per fare propaganda a favore di una Unione europea che è fortemente criticata da almeno il 40 per cento degli italiani che vogliono uscire dall’euro e non amano questa Unione europea. La Rai ha abusato delle proprie prerogative che va contrastato».
E tra blog e social molti sembrano pensarla come lui. Basta leggere i commenti: «Ma chi l’ha progettata sta cosa? Tremendo. Veramente roba da brividi» scrive un utente sul forum di Finanzaonline.it. Mentre qualcuno rilancia: «Bisognerebbe non pagare più il canone».
http://www.ilsecoloxix.it/p/italia/2014/05/21/ARUOkoM-fanno_europa_discutere.shtml

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