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venerdì 30 maggio 2014

Per coprire gli 80 euro ci tassano le pensioni

Coperture certe, ma un po’ ballerine. Il bonus Irpef ridisegna i confini della tassazione. Sposta, diluisce, riallo- ca.Ma alla line.. tassa. E se prima erano i professionisti a pagare pegno, adesso con una geniale trovata i relatori Cecilia Guerra (Pd) e Antonio D’Alì (Ncd), in commissioni Bilancio e Finanze del Senato, hanno spostato una tassa dalle casse previdenziali priva-te ai fondi di previdenza integrativa. Chiariamo: era sbagliata la tassa immaginata a marzo sulle casse previdenziali (tassazione dal 20 al 26% dei rendimenti), ma è pure clamorosamente sbagliato il ritocco (solo per il 2014?) per i fondi integrativi. Ora le casse previdenziali dei professionisti (dai medici agli avvocati, dai notai ai giornalisti), saranno escluse dalla tassazione applicata sulle rendite finanziarie (26%). L’aliquota resta quindi quella del 20%. Ma per compensare le minori entrate sarà aumentata la tassazione sulla previdenza complementare, che passerà dall’ 11% al 11,5%. Dato per assodato che l’Italia è l’unico Paese dell’Unione europea che già tassa due volte le pensioni dei professionisti, era folle imporre un balzello di 100 milioni sul sistema previdenziale privato già in sofferenza. Ora però la toppa è forse peggiore dello strappo. Andare a penalizzare fiscalmente la previdenza complementare – già in affanno per la scarsa attenzione degli italiani e a causa della crisi – è smentire quel cambio di rotta ipotizzato all’insediamento del governo Renzi. Si poteva almeno distinguere tra fondi chiusi e investimenti privati, e invece no. Si tratta di una quota di reddito che il lavoratore accumula (a parte il contributo aziendale, mediamente del- l’1%), per ottenere dopo 30, 35 o anche 40 anni, un salvadanaio previdenziale ulteriore. Il famoso Secondo pilastro tanto decantato a parole, sempre dimenticato se non per spremerlo. Certo oggi la previdenza integrativa gode di una tassazione agevolata (circa l’11% che può scendere al 9% dopo decenni di versamenti e adesione), però spremere il salvadanaio previdenziale degli italiani (sono 6,2 milioni quelli iscritti, 4,8 milioni quelli che versano), è un autogol che si ripercuoterà sulle generazioni future. Ma per quel tempo forse solo pochi (tra relatori e ministri) saranno più tra noi. Le casse privatizzate fanno bene a esultare: spiega ilpresi- dente dell’Associazione (Adepp), Andrea Camporese che si è battuto come un leone per evitare questo ennesimo scippo ai danni dei professionisti: «La soddisfazione è evidente perché per la prima volta un governo ha compreso che bisogna fermare una spirale di tassazione della previdenza di primo pilastro ingiusta e senza pari europei. Ci aspettiamo che si completi il percorso di riduzione, come previsto dalla norma, arrivando al primo gennaio con un sistema che si possa rafforzare, accrescere il welfare, migliorare le pensioni attese». Resta da vedere cosa ne penseranno gestori e fondi di previdenza. Uno 0,5% in più non è molto ma rosicchia un po’ di ricchezza da un sistema previdenziale che non pesa sulle casse pubbliche. I gestori dei fondi assicurativi e bancari probabilmente si rifaranno sui sottoscrittori, aumentando l’aggio. E a pagare saranno i risparmiatori che già fanno fatica a versare. Se solo i relatori avessero letto i titoli della relazione 2013 del presidente della Covip, Rino Tarelli (presentata giusto l’altro ieri), si sarebbero resi conto che invece di spremere il settore, bisognerebbe incentivare (anche fiscalmente) l’adesione. Oltre 1,4 milioni di iscritti ai fondi hanno smesso nel 2013 di versare la quota mensile, segnale chiaro che si fa già fatiNuove tasse a parte, l’iter parlamentare del dl Irpef è tut- t’altro che in discesa. Si doveva chiudere ieri e invece probabilmente si arriverà a martedì prossimo. L’altro problema è l’estensione del bonus alle famiglie monoreddito con 3 o più figli. Ncd ne ha fatto argomento di campagna elettorale e vuole metterci il cappello. Pd e governo, invece, temono di sforare dalle coperture. La discussioni è aperta anche sugli sconti alle imprese. E così slitta il via libera delle commissioni del Senato. Si tratta poi per rendere più pesante il taglio dell’Irap (ora al 10%). Resta il problema Tasi. Sempre la prossima settimana dovrebbe essere approvato il dl per lo slittamento della Tasi al 16 ottobre (il bollettino è stato pubblicato in Gazzetta, ma non è precompilato), che verrebbe inglobato nel dl Irpef. Risolti questi pasticci il testo, cesellato, passerà in Aula e l’allungamento dei tempi in commissione fa dare per certo il voto di fiducia. Il decreto deve essere convertito a stretto giro (entro il 23 giugno) e manca ancora il passaggio alla Camera dove l’approdo in Aula è previsto per il 13 giugno. C’è di buono che nella platea dei beneficiari del bonus 80 euro – secondo una nota dell’Inps – rientreranno anche i lavoratori in malattia e in congedo di matenità obbligatorio. Resta ilbalzello sul canone Rai (150 milioni). Trasversalmente si vorrebbe evitarlo (si temono ripercussioni occupazionali e sugli istituti di categoria) e Viale Mazzini è stato chiesta in cambio una spending review pesante sui compensi di conduttori e conduttrici. Altre novità l’obbligo di aggiornare trimestralmente il timer sui pagamenti alle imprese e viene anche alleggerito il taglio delle consulenze per gli enti locali. Insomma, il solito assalto alla diligenza.
http://www.passionetecno.com/2014/05/30/per-coprire-gli-80-euro-ci-tassano-le-pensioni-6810

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